Seguitano gli innumerevoli travagli che il valoroso Don Cyshiter patì insieme al suo fido scudiero Sergio Zanca nell'ostello che egli, a suo danno, credeva un palazzo elfico
L'indomani mattina, alle prime luci dell'alba, Don Cyshiter si riprese un poco e si svegliò.
«Sergio, amico mio, dormi? Dormi tu, Sergio, amico mio?»
«E come faccio a dormire con te che continui a chiamarmi? Il risveglio perfetto dopo una notte infernale.»
«Ah! Non dici male. O io ho perduto il senno, o questo palazzo è maledetto. Devo rivelarti una cosa ma devi giurarmi di non farne parola con alcuno.»
«Va bene, lo giuro.» Rispose Sergio.
«Te lo raccomando, perché qualcuno potrebbe trovarsi disonorato da questa verità e io non lo voglio.»
«Ripeto e giuro che custodirò il segreto fino alla tua morte, e spero di poterlo rivelare già domani.»
«Mi porti dunque così tanto rancore da volermi vedere morto così presto?»
«Non è per questo. È che non mi piace di tenere segreti; non vorrei che a conservare troppo a lungo un segreto mi si infradiciasse nello stomaco.»
«Sia quel che sia, io mi fido della tua discrezione.
Devi dunque sapere che mi è accaduta una delle avventure più strane che si possano immaginare: questa notte è venuta da me la figlia del Signore di questo palazzo, una delle vergini più leggiadre della sublime razza elfica.
Che ti potrei dire della gentilezza della sua persona? Del suo gran discernimento?»
«Come ce l'aveva il discernimento? Era sodo?»
«Le qualità cui pensi tu, che sei di allineamento Caotico, seppur buono, noi paladini non facciamo menzione.
Mi limiterò a dirti della maledizione che minaccia questo posto, poiché mentre mi intrattenevo con lei in dolci e amorosi colloqui, sono stato subitaneamente attaccato da una mano gigante, che sospetto essere frutto di un potentissimo incantesimo chiamato "Pugno serrato di Bigby".
Mi ha dato un colpo così forte alle ganasce che mi ritrovo tutto coperto di sangue, e poi mi ha afferrato stritolandomi le costole così forte che mi ritrovo più dolorante di ieri dopo l'imboscate dagli Yuan-ti.
Ora io sospetto che qualcuno abbia gettato una maledizione su quella damigella per preservarne la virtù.»
«Questa volta non sarò io a fare pensieri strani. Questa notte sono stato pestato dagli orchi, che le botte degli Ianguesi di ieri a confronto sembrano un massaggio thailandese.
Almeno tu hai avuto tra le mani quella bellezza che hai detto, io invece niente. Mi venga un cancro se voglio fare il paladino, eppure mi piglio sempre la maggior parte delle saccagnate.»
«Dunque anche tu sei stato colpito e rimani con pochi Punti Ferita?»
«E non t'ho detto di sì?»
«Non ti affliggere amico mio, che io procurerò tosto per noi una pozione di cura che ci risanerà in un batter d'occhio.»