Del secondo viaggio del nostro buon paladino Don Cyshiter della Mandria
«Olà, olà valorosi cavalieri!» Chiamava Don Cyshiter dalla propria stanza.
Per accorrere a quel grido fu interrotta la cernita dei libri. So per certo che andarono poi bruciati dalla sorella diversi tomi su Conan il barbaro, altri della saga di Mistborn e alcuni manuali del gioco Project H.O.P.E., che si trovavano nella libreria e che forse Pietro e Nicola avrebbero salvato se li avessero visti.
Quando si recarono in camera lo trovarono già fuori del letto che prorompeva nelle solite sue strida e pazzie, menando manrovesci da ogni parte e tenendo gli occhi spalancati come se non avesse mai dormito.
Lo rimisero a letto di forza e quando si fu un poco calmato, voltosi al vecchio compagno di liceo, disse:
«Dovete lasciarmi andare, Faramir. Se mi tratterrete qui condannerete tutta la Terra di Mezzo.»
«Calmati amico mio, non ti tratterrò. Ma cerca prima di rimetterti in sesto, che in queste condizioni non potresti andare lontano.»
«Non sono ferito, solo un po' pesto. Gli sgherri di Sauron non mi danno tregua, egli mi teme perché sa che io solo posso fermarlo.
Ma lo precipiterò nell'abisso insieme a Nùmenor, a dispetto di tutti i suoi incantamenti.
Ora però portatemi qualcosa da mangiare, che è quello che mi serve per rimettermi in forze, poi ci penserò io a salvare il mondo.»
Così fu fatto. Mangiò qualcosa e si addormentò di nuovo lasciando tutti meravigliati delle sue pazzie, ma non senza il dubbio che li stesse prendendo tutti in giro.
Lo rimisero a letto di forza e quando si fu un poco calmato, voltosi al vecchio compagno di liceo, disse:
«Dovete lasciarmi andare, Faramir. Se mi tratterrete qui condannerete tutta la Terra di Mezzo.»
«Calmati amico mio, non ti tratterrò. Ma cerca prima di rimetterti in sesto, che in queste condizioni non potresti andare lontano.»
«Non sono ferito, solo un po' pesto. Gli sgherri di Sauron non mi danno tregua, egli mi teme perché sa che io solo posso fermarlo.
Ma lo precipiterò nell'abisso insieme a Nùmenor, a dispetto di tutti i suoi incantamenti.
Ora però portatemi qualcosa da mangiare, che è quello che mi serve per rimettermi in forze, poi ci penserò io a salvare il mondo.»
Così fu fatto. Mangiò qualcosa e si addormentò di nuovo lasciando tutti meravigliati delle sue pazzie, ma non senza il dubbio che li stesse prendendo tutti in giro.