Di quel che accadde a Don Cyshiter nel Cusio, che a raccontarlo non ci credo nemmeno io ma vi assicuro che è vero
Sergio
Zanca raggiunse il suo compare di lì a poco, si chinò su di lui e
subito si rincuorò quando lo sentì riprendere la consueta logorrea:
«Ridare
la libertà a furfanti e vigliacchi, o Sergio, è come regalare una
staffa magica ad un barbaro mezz'orco: non la userà mai nel modo giusto.
Forse dovrei ascoltare di più i tuoi prudenti consigli.»
Nemmeno
quella eccezionale ammissione di torto da parte di Don Cyshiter fece
dimenticare a Sergio della delicata situazione in cui si erano cacciati.
Da
buon scudiero aiutò il paladino a rialzarsi, e da buon mariuolo
insistette perché si allontanassero il prima possibile da quel posto.
«Tu sei codardo per natura,» rispose Don Cyshiter a quelle sagge considerazioni, «ma perché tu non possa accusarmi di ostinazione, né dire che io impongo la mia volontà a tutto il party, voglio ascoltarti per questa volta e sottrarmi alla tempesta che tu paventi.
Lo farò però ad una condizione: che tu mai abbia a dire che io mi sia sottratto allo scontro se non per condiscendere alle tue preghiere. Se sosterrai diversamente, tu mentirai, che anche solo a pensare tale evenienza mi vien moto di fermarmi qui e ora in mezzo alla via ad attendere le forze dell'ordine e i guerrieri del Pugno Fiammeggiante.
Ed essi verranno incontro alla mia spada sguainata gridando: "I serve the Flaming Fist!" e io li mieterò come grano maturo.
"I serve the Flaming Fist!" E giù uno.
"I serve the Flaming Fist!" Avanti un altro.
"I serve the Flaming Fist!" E un altro oneshottato.»
Sergio trattenne il compagno che mimava la scena.
«Sarò codardo e ignorante, ma mi intendo un po' di quel che si dice saper vivere; non ti pentirai se ascolti il mio consiglio.
Ora però fallo davvero e sali in moto, che abbiamo più bisogno di ruote che di spade.»
«Tu sei codardo per natura,» rispose Don Cyshiter a quelle sagge considerazioni, «ma perché tu non possa accusarmi di ostinazione, né dire che io impongo la mia volontà a tutto il party, voglio ascoltarti per questa volta e sottrarmi alla tempesta che tu paventi.
Lo farò però ad una condizione: che tu mai abbia a dire che io mi sia sottratto allo scontro se non per condiscendere alle tue preghiere. Se sosterrai diversamente, tu mentirai, che anche solo a pensare tale evenienza mi vien moto di fermarmi qui e ora in mezzo alla via ad attendere le forze dell'ordine e i guerrieri del Pugno Fiammeggiante.
Ed essi verranno incontro alla mia spada sguainata gridando: "I serve the Flaming Fist!" e io li mieterò come grano maturo.
"I serve the Flaming Fist!" E giù uno.
"I serve the Flaming Fist!" Avanti un altro.
"I serve the Flaming Fist!" E un altro oneshottato.»
Sergio trattenne il compagno che mimava la scena.
«Sarò codardo e ignorante, ma mi intendo un po' di quel che si dice saper vivere; non ti pentirai se ascolti il mio consiglio.
Ora però fallo davvero e sali in moto, che abbiamo più bisogno di ruote che di spade.»