Capitolo 1

Della condizione in cui versava il prode Don Cyshiter della Mandria

Prima di partire all'avventura, il nostro eroe era un ragazzo di quelli che si tappezzano la stanza con poster di draghi, gravano gli scaffali della libreria di innumerevoli manuali di giochi di ruolo e, anziché scaricare da internet della sana pornografia, occupano terabyte di memoria con libri in pdf e vecchi videogiochi ispirati a Dungeons & Dragons.
Abitava con la sorella, non ancora ventenne, in un appartamentino di proprietà dei genitori a Robassomero, una scheggia di paese conficcata nella cintura di Torino. Siccome Robassomero costeggia il bellissimo parco naturale "la Mandria", a chiunque glielo chiedesse diceva di vivere in una villa all'interno dell'oasi naturalistica.
Consumava la paga offerta dai genitori in cibi precotti e magliette  di gruppi metal che collezionava intonse nell'armadio. Sperperava il resto per aggiornarsi su tutte le nuove uscite italiane e inglesi di qualsiasi supplemento dei suoi RpG preferiti.
Toccava l'età di trent'anni; forte di costituzione, dal fisico alto e asciutto, aveva naso maestoso e fronte ampia, con capelli che iniziavano ad incanutire e gli conferivano un aspetto più venerando di quanto meritasse.
All'anagrafe era registrato come Donato Ciscitta ma tutti i suoi amici e lui medesimo preferivano usare il soprannome di Don Cyshiter, mutuato dal primo personaggio che aveva interpretato in una campagna di D&D.

Importa bensì sapere che, negli intervalli di tempo nei quali era ozioso (ch'erano la maggior parte), si applicava alla lettura dei suoi manuali di gioco con dedizione così ossessiva da trascurare sia i lavori domestici sia la ricerca di un lavoro retribuito, rattristando mamma e papà e facendo incacchiare come una biscia la sorella, a cui toccava rassettare tutta la casa e gettare via i cartoni delle pizze da asporto.
Fra tutti gli erano carissimi i regolamenti di Dungeons & Dragons 3.5. Amava rileggere il manuale del Perfetto combattente e il Dragonomicon e si entusiasmava seguendo con il dito e con le labbra passaggi come "Una carica di cavalleria è una tra le forme di attacco più devastanti [...] che una cultura potrà mai concepire." O anche "I draghi d'argento, maestosi e statuari, assistono di buon grado le creature buone [...] spesso sotto le mentite spoglie di vecchi guaritori o di leggiadre fanciulle."
Con queste e simili fantasticherie il povero ragazzo usciva di senno, studiando la materia con più attenzione di qualsiasi ingegnere o universitario dedito a letture più concrete.
Discuteva a lungo con un ex compagno di liceo se il Carisma fosse davvero la Caratteristica più importante per un paladino e perdeva il sonno a ragionare quale fosse la Classe di Prestigio più onorevole fra il Cavaliere dei Draghi Purpurei o il Cavaliere del Calice. Andava spesso dal barbiere giacché anche questi, Nicola, era appassionato di fantasy e amavano accapigliarsi su chi avrebbe prevalso in un ipotetico scontro tra Elminster e Gandalf, o tra Geralt di Rivia e Drizzt Do'Urden.
Altro non pensava che ad incantamenti, contese, battalgie, disfide, bottini e punti esperienza.

Infine, flippatosi completamente il cervello, si ridusse alla più singolare forma di schizofrenia che si sia mai vista. Gli parve conveniente e necessario, per il proprio onore e per il servizio della propria Repubblica, divenire paladino e vagare per il mondo in cerca di avventure epiche, nel tentativo di livellare e trovare un buon loot.
Si industriò innanzitutto, con nastro americano e vernice spray, per rinforzare e migliorare un'armatura di cuoio e cartapesta che aveva un tempo usato per dei giochi di ruolo dal vivo.
Dopo giorni di lavoro volle sperimentare quella protezione prima di sottoporla ad una più pericolosa prova del fuoco. Così la montò sullo schienale di una sedia, prese una spada ornamentale che aveva comprato da un tabaccaio di Torino e iniziò a tempestare di mazzate la sua opera di conciatore. Rimase assai deluso dalla facilità con cui questa andò in pezzi ma senza perdersi d'animo la ricostruì rinforzandola con delle protezioni da moto trial recuperate ad un mercatino dell'usato.
Rimase così soddisfatto del risultato che non ritenne necessario sottoporlo a nuovi test ed elesse ad elmo il casco che usava abitualmente per andare in moto.
Si recò quindi in garage e trasse la sua Honda Transalp anni '90 da sotto una coperta polverosa. Benché avesse il sellino rattoppato col nastro isolante, la carrozzeria bianca irrimediabilmente ingiallita, le manopole consunte e il cupolino crepato, agli occhi di Don Cyshiter appariva come la miglior cavalcatura che si potesse trovare. Nella sua immaginazione la paragonava ad Artax, il destriero de La storia infinita, e all'Ombromanto di Tolkien e ritenne che meritasse un nome altrettanto mitico.
Quindi dopo aver molto fra sé proposto, cancellato, levato, aggiunto, disfatto e tornato a rifare sempre fantasticando, stabilì
finalmente di chiamarla Sgommodura, nome  che avrebbe dovuto richiamare la robustezza del mezzo e la sua capacità di partire sgommando.
Stabilito con tanta soddisfazione il nome della sua cavalcatura, gli parve d'uopo di nobilitare anche il proprio, aggiungendovi il suffisso legato alla terra d'origine: la Mandria.

Armatosi con la succitata spada, vestitosi a tal ridicola guisa e a cavalcioni di Sgommodura, non gli mancava che una divinità patrona cui votarsi, giacché un paladino senza dio è come un navigatore senza stella polare, come cavaliere errante senza dama.
Si ispirò ad una vicina di casa che aveva più volte ammirato per strada. Di lei preferisco tacere il nome ma dirò che veniva chiamata Selen, come la pornodiva, per via dei suo aspetto acqua e sapone e dei suoi modi raffinati.
Illuminato quindi da tanta beltà si votò anima e corpo a Selune, dea inventata dal franchise di D&D come protrettrice della luce e della bontà.
Per i più dotti (e pignoli): sì lo so che andrebbe scritto Selûne, con l'accento circonciso. Però, siccome dovrò scriverlo spesso e non ho voglia di ricontrollare ogni volta il carattere speciale, lo scriverò così e basta.

Così, grazie al caldo di luglio e ad una tendenza schizzoide trascurata, nacque il paladino Don Cyshiter della Mandria.

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4 commenti:

  1. Che bello!!! Ora ne voglio sapere di più !!!

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    1. Grazie.
      Fai un'altra visita fra una settimana e ci sarà altro materiale!
      =)

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  2. Aspetto il secondo capitolo!!! Lo sai che sono una tua appassionata lettrice :-) - Sil -

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  3. Grazie.
    Fa sempre piacere un po' di incoraggiamento campanilistico =)
    Il secondo campitolo è programmato per domani.

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