Capitolo 9

La battaglia del prode Spezzino col valoroso Mandriago

Abbiamo lasciato i due ciclisti in fuga come ladri di biciclette e il valoroso Mandriago (così lo chiamerò in assenza di un patrionimico ufficiale per gli abitanti della Mandria) di fronte all'auto in sosta. Ed è proprio a questo punto che le mie fonti interrompevano la vicenda.
Alcuni dei resoconti che narro sono stati resi possibili da un amico presso la Polizia Municipale di Torino che ha accesso ai verbali e mi ha aiutato di buon grado a ricostruire i fatti e discernerli dalle molte dicerie sul conto di Don Cyshiter. Non conosco però nessuno a La Spezia che possa rendermi un servizio analogo ed è probabile che lo Spezzino abbia sporto denuncia presso la sua città, oppure che avendo qualcosa da nascondere abbia taciuto l'accaduto.
Ciò produsse in me un gran dispiacere; perché la soddisfazione del poco che ne avevo letto mi tornava in amarezza, pensando quanto sarebbe stato difficile rinvenire quel molto che mi pareva mancasse a un racconto così dilettevole. Mi sembrava impossibile che nell'era dell'eccesso di comunicazione non si riuscisse a ricostruire l'evento accaduto alla luce e specchio dei paladini di Selune, il primo che nell'età nostra e in tempi così disgraziati si applicasse all'esercizio ed al travaglio dell'eroe errante, a disfar torti, a soccorrere vedove, a difender fanciulle, senza preoccuparsi di avere una copertura assicurativa e senza chiedere nemmeno il 5x1000 ad alcuno.
È stato allora che mi sono deciso a pubblicare questo blog, ritenendo che il nostro Don Cyshiter fosse degno di memorabili ed eterne lodi, ed è forse stato per questa mia buona intenzione che la sorte mi ha arriso nel modo che ora vi racconterò.
Mi trovavo un giorno seduto in metropolitana e non osavo mettermi a leggere sullo smartphone perché altrimenti poi tutti si sarebbero lamentati che la gente d'oggi è fagocitata dalle chat e ignora il proprio prossimo. Così mi guardavo intorno e buttavo l'occhio sullo strumento di un ragazzino di colore sedutomi accanto il quale, meno inibito di me, stava guardando dei video su YouTube.
Si trattava di una rissa da strada. Lì per lì non vi ho fatto molto caso, ma è cambiato tutto quando ho visto che uno dei contendenti era un motociclista che brandiva una spada!
Appurato dai dialoghi, grazie da un audio eccezionalmente nitido per questo tipo di video, che si trattasse davvero del mio eroe, mi sono fatto passare il link dal ragazzo che è stato molto disponibile e ho potuto visionare il documento nella quiete della mia scrivania.
Evidentemente qualche curioso di passaggio, vedendo la strana situazione e l'abbigliamento insolito di Don Cyshiter, ha pensato di riprendere la scena e, dato l'esito sensazionale, di pubblicarla in internet.
Ora, grazie a questo guardone che non ha mosso un dito per aiutare la vittima e ha fatto più visualizzazioni del mio blog fin'ora, potrete conoscere l'epilogo di quest'avventura. Inutile che corriate su YouTube, il video è stato cancellato. Vi toccherà leggere.

Atterrato il ciclista, che egli credeva servo di uno dei tanti Oscuri Signori, Don Cyshiter si accostò allo sportello dell'auto per parlare con la donna al posto del navigatore.
«La vostra bellezza, signora mia, può ormai disporre di sé medesima a suo senno, poiché la superbia dei vostri aguzzini giace abbattuta al suolo dal valore del mio braccio; e perché non abbiate a penar per sapere il nome del vostro liberatore siavi noto ch'io mi chiamo Don Cyshiter della Mandria, paladino, venturiero e servo di Selune. In guiderdone del benefizio che avete ricevuto per me altro da voi non domando se non che andiate a Robassomero e, presentandovi per parte mia dinanzi all'avatar incarnato della mia dea, la rendiate nota di quanto ho operato per ridonarvi la libertà.»
Il guidatore, probabilmente marito della signora, dopo aver assistito all'aggressione del ciclista forse temette per la propria moglie, oppure volle dare una manifestazione di forza, come fanno i veri maschi alfa di fronte alle femmine. Quale che fosse il movente, le intenzioni erano chiare.
Scese dall'auto agitando il bloccasterzo, gridando minacce e insulti assortiti.
«Ohu, sparisci, stronzo! T'ammazzo a sprangate, coglione!» E così via, mentre Don Cyshiter scandiva la sua filippica.
«A torto ti credevo imbelle custode di questa dama. Hai avuto la tua occasione di fuggire ma ora che ti palesi troverai il meritato castigo da vile carceriere che sei.»
Don Cyshiter scese dalla motocicletta per affrontare il nemico in leale duello ma quegli lo afferrò mentre smontava, cercò di levargli il casco e calò con l'altra mano un colpo di mazza così forte che se avesse colpito in pieno quella sarebbe stata l'ultima avventura del nostro eroe. L'elmo però non venne via così facilmente e l'attacco fu deviato contro l'omero sinistro.
Don Cyshiter continava ad incassare perché il casco sfilato per metà gli bloccava la visuale. Barcollando indietro riuscì a sfilarselo e subito fu raggiunto da un colpo all'orecchio, dal quale iniziò a colare copiosamente il sangue.
L'uomo sembrò arrestarsi per un attimo, pensando forse che lo scontro fosse concluso, ma Don Cyshiter non aveva abbandonato la spada e, branditala a due mani, si lanciò in un furioso contrattacco.
Lo Spezzino parò qualche fendente con il bloccasterzo ma i colpi gli schiantarono la sua stessa arma contro la faccia che presto divenne una maschera di sangue. La lama (che grazie al cielo non era affatto affilata) lo colpì più volte al torso e agli avambracci con cui si proteggeva, finché il manigoldo non stramazzò a terra.
Il paladino lo schiacciò con un piede e, puntatagli la spada agli occhi, gli intimò di arrendersi se non avesse voluto veder mozzata la propria testa.
Quegli, stordito, non era in grado di rispondere e sarebbe finita male per lui se la moglie non fosse uscita dalla macchina pregando in lacrime Don Cyshiter di risparmiargli la vita.
Rispose con tono grave:
«Sono ansioso di conpiacervi, a patto che quest'uomo mi dia la sua parola di redimersi. Dovrà recarsi a Robassomero dove dimora un'umile ragazza che è avatar di Selune e la si può riconoscere per la suprema beltà che spicca fra tutte. Egli dovrà rimettersi al volere di lei e lasciarla arbitra del suo destino.»
La signora, terrorizzata, gli promise ogni cosa da parte dello sconfitto, senza preoccuparsi di capire mezza parola di quel che stava dicendo.
«Ebbene sulla fede di questa promessa io non gli farò altro male, benché se lo sia assai meritato.»
A questo punto nel filmato si vede Sergio Zanca che si avvicina velocemente alla macchina da cui stavano riprendendo il tutto e cerca di coprire la telecamera, inveendo contro i curiosi.
L'auto del regista improvvisato sgomma via velocemente e si sente l'ultimo commento del guidatore:
«Sensazionale, questa finisce su YouTube al volo.»

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