Capitolo 21

Si racconta la mitica avventura e la conquista del ricco loot dell'elmo della luminosità, con altri favoleggiati successi

Col far del giorno si era presentata una pioggerellina minuta che i due assetati non accolsero così male.
Tornarono sulla strada che stavano percorrendo il giorno prima e si rimisero in marcia. Dopo un po' di tempo scorsero un motociclista fermo sul ciglio della strada, si stava gustando una sigaretta seduto sul suo custom e sotto braccio reggeva un casco jet cromato come gli scarichi della sua moto.
Come lo vide, Don Cyshiter si fermò e fece cenno a Sergio di avvicinarsi.
«Io credo, o Sergio, che se la sorte ci ha precluso l'avventura dei rumori notturni, ora vuole ripareggiar i conti offrendoci una più sicura e migliore tenzone, e mia sarà la colpa se non saprò approfittarne.
Ti dico questo perché sulla nostra strada ci attende un uomo che indossa un elmo magico, oggetto che feci voto di impossessarmi, e se non mi inganno trattasi nientemeno che un elmo della luminosità.»
«Pensa bene a quello che dici e stai ancora più attento a quel che fai, che non vorrei fossero invece guai quelli che ci attendono lungo la strada.»
«Sciocco, cosa vai farneticando? Non vedi forse quel cavaliere che s'impigrisce sul suo destriero meccanico, e non vedi che regge in braccio un elmo rifulgente?»
«Quel che vedo è un motociclista con un casco pacchiano.»
«E quello è appunto l'elmo della luminosità, i cui incantamenti contengono potenti magie di fuoco e di luce, fra cui muro di fuoco, repulsione dei non-morti, palla di fuoco e spruzzo prismatico.»
«Palle di fuoco e spruzzo che cosa?!»
«Sono incantesimi di invocazione assai poderosi.
Stava per replicare Sergio, quando Don Cyshiter si avvide che il motociclista aveva finito la sigaretta e stava per rimontare in sella.Non volle perdere quell'occasione di attaccare con vantaggio e partì dunque subitaneamente.
«Difenditi, o prigioniera creatura,» disse abbassando la lancia, «oppure cedimi volontariamente ciò che di diritto mi appartiene.»
Il biker, colto di sprovvista da quella carica impensata, non trovò miglior riparo che gettarsi dietro la moto, dopodiché si rialzò velocemente, scavalcò il guardrail e più veloce di un ghepardo si mise a fuggire per il bosco, a dispetto dell'immagine del motociclista metallaro cazzuto.
Don Cyshiter raccolse il casco, dicendo che doveva trattarsi di un bardo più che di un guerriero, da come si era disingaggiato e aveva fuggito la tenzone.
Sergio, dal canto suo, si premurò di recuperare le bisacce della moto, che comunque erano vuote, per rimpiazzare le proprie dimenticate all'ostello.
Il paladino si attardò ad esaminare l'elmo, preoccupato per l'assenza delle gemme che avrebbero dovuto contenerne il potere magico, ma si convinse infine che dovesse trattarsi di un esemplare rarissimo nel quale gli incantesimi erano infusi nell'elmo stesso e pertanto fossero inesauribili.
Sergio lo assecondò compiacendosi di quella fortuna e cercò di tagliar corto e ripartire, immaginandosi già di veder spuntare dal tornante un'orda di bikers incazzati neri.


Cammin facendo, dopo essersi fermati a bere ad un ruscello e a finire le vettovaglie sottratte alla processione religiosa, disse lo scudiero:
«Da quando mi hai fatto quella scenata sul fatto che devo parlo troppo mi si sono putrefatte nello stomaco delle cose...
Posso raccontarti una cosa?»
«Racconta, ma sii breve, che un discorso lungo non può mai far piacere.»
«Dico che stavo pensando quanto poco si guadagna a fare la vita da avventuriero, visto che anche se affrontiamo dei pericoli tremendi nessuno lo viene a sapere.
Pensavo che, già che ci tieni proprio a combattere, potremmo fare che arruolarci nell'esercito: Mio cugino fa il furiere nella Brigata Sanqualcosa e, anche se non guadagna molto, quel che intasca lo mette da parte visto che vitto e alloggio ce li ha pagati.
Allora magari visto che saremo veri soldati qualcuno potrebbe interessarsi alle nostre avventure e farci un blog, e magari ci mettiamo su gli annunci pubblicitari e arrotondiamo.»
«C'è un fondo di verità nelle tue scempiaggini, ma prima di vedere un blog che parli delle nostre gesta è necessario meritarsi tale celebrità cercando avventure e conducendone talune a glorioso fine, in modo che quando mi aggiri per la città la gente mi additi ammirata dicendo: "Questi è il cavaliere che da solo ha tenuto testa ad un'intera tribù di orchi". Oppure "Colà è il paladino che ha portato a morte ultima Strahd von Zarovich".
Allora si spargerà la voce del mio ingresso in città e verrò convocato dal sindaco in persona. In un colloquio privato egli mi confiderà che la città è sotto grave minaccia e mi chiederà, quasi implorandomi, di recuperare un potentissimo artefatto, unico strumento in grado di sconfiggere l'Oscuro Signore che sta vuol ridurre in schiavitù l'intera popolazione.
Se riuscirò nell'impresa egli non solo mi coprirà d'onori ma mi darà in sposa la sua bellissima figlia, portatrice di ricchissima dote, che mi avrà visto di sfuggita in un corridoio e si sarà innamorata di me.
Tuttavia la cerca sarà ardua poiché l'artefatto è nascosto in un dungeon irto di trappole e creature maligne. Lì mi recherò dunque, e sulla strada riceverò in dono da una misteriosa vecchina un amuleto protettivo che terrò al collo.
Attraverserò il labirinto perlustrando stanza per stanza e sconfiggendo uno ad uno i terribili mostri guardiani che vi troverò e che mi attenderanno ciascuno nella propria cella, come ignari dei rumori di lotta, delle esplosioni e grida che rimbomberanno nei cunicoli.
Giunto nel piano più basso di quelle segrete sarò stremato e ferito, sbarrerò quindi la porta di una cella e riposerò otto ore, quindi mi risveglierò perfettamente in salute.
A questo punto aprirò l'ultima porta dell'ultimo corridoio, dietro alla quale troverò una cassa del tesoro contenente l'artefatto e altri oggetti magici randomizzati. Appena mi avvicinerò però verrò attaccato da un potente guardiano di cui non avevo notato la presenza e solo dopo una strenua lotta potrò mettere le mani sul tesoro.
Tornato dunque dal sindaco consegnerò nelle sue mani l'artefatto, ma a quel punto egli, con un lungo monologo, mi spiegherà che egli stesso è l'Oscuro Signore e, ora che la reliquia magica sarà nelle sue mani, potrà conquistare il potere assoluto.
Egli tenterà dunque di uccidermi col potere dell'artefatto, ma ecco che il medaglione datomi dalla vecchia mi proteggerà ed io potrò prevalere sul malvagio.
Al termine della tenzone, che non durerà meno di venti rounds durante i quali verrò aggredito da diversi suoi scagnozzi, mi verrà incontro la figlia del sindaco che mi curerà le ferite.
Ella chiederà perdono per la malvagità del padre e rivelerà di avermi donato lei, sotto mentite spoglie, il medaglione protettivo.
Dunque cercherà di baciarmi ma io, fedele a Selune e avendo votato l'intero mio corpo alla lotta contro il Caos, rifiuterò i suoi baci bagnati di lagrime e tornerò in sella per ripartire verso una nuova epica avventura.»
«Ed ecco che entra in scena lo scudiero ladro che consola la ragazza, le regala una notte di passione e poi dice che deve partire anche lui, magari dopo aver intascato una ricompensa.»
«Sì, è più o meno così che dovrebbe accadere.» Rispose con convinzione Don Cyshiter.

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