Premio Gianfranco Viviani

Mesi addietro un'amica mi fece conoscere il concorso letterario Premio Gianfranco Viviani.
Io non ho fatto trasparire nulla della mia abissale ignoranza e, imperturbabile, ho retto la conversazione interessato. Più tardi, col favore delle tenebre, mi sono informato sui canali digitali, ho scoperto chi fosse questo tale Gianfranco Viviani e, folgorato dalla scoperta, ho scritto una storia ispirata a lui, anzi al suo lavoro. Ho spedito il tutto e ho lasciato che la mia storia annegasse nell'oceano della produzione letteraria dilettantistica.
Oggi ho rivisto la mia amica che si è complimentata con me per la mia storia che è stata selezionata per la pubblicazione e questa volta non ho potuto dissimulare lo sbigottimento, visto che non ne sapevo assolutamente nulla.

Ora, lo scopo di questo post non è tanto vantarmi che il mio racconto Il primo colloquio di lavoro del mio amico demone si sia classificato come "decimo non-vincitore ripescato all'ultimo per la pubblicazione", meritevole in quanto racconto dal titolo più prolisso. No. (noooooo!)
Innanzi tutto ringrazio la mia amica e il blog I romanzi si raccontano, che pubblica aggiornamenti su questo e altri concorsi.
In secondo luogo segnalo la nuova edizione del Premio Gianfranco Viviani per il 2018, chi avesse piacere di partecipare o fosse interessato a informarsi sulle pubblicazioni può seguire la pagina facebook dal link all'inizio di questo post.
Ultimo ma non ultimo, mi piacerebbe condividere quello che ho scoperto su Viviani: se gli hanno dedicato un concorso di letteratura fantastica è perché ha contribuito in modo determinante a diffondere questo genere letterario in Italia.
Ai tempi in cui fantascienza e fantasy erano considerati prodotti esclusivamente per ragazzi, se non per bambini, buoni solo per le edicole, Gianfranco Viviani ha lavorato per creare loro una dignità letteraria. Ha importato autori come Michael Moorcock, Ursula Le Guin e Frank Herbert e li ha proposti insieme a molti altri sugli scaffali delle librerie.
Ora, come al solito sto parlando di cose che non conosco: io negli anni '70 non c'ero e negli '80 avevo appena imparato a leggere. Però molti dei libri che avevo sugli scaffali della mia cameretta da ragazzo sono arrivati lì anche per merito suo, quindi un "grazie" penso di poterlo spendere.

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