Capitolo 6

Del curioso esame che il maestro e il barbiere fecero alla libreria del nostro dotto amico

Quando Pietro e Nicola furono di ritorno, la sorella di Don Cyshiter li fece entrare in salotto.
Dacché i genitori avevano regalato l'appartamento ai Ciscitta c'era stato un tacito accordo col fratello: a lei era andata la stanza più grande e aveva diritto di prelazione sul bagno, mentre lui poteva disporre del salotto per i propri giochi e addobbare come meglio credeva la libreria.
Ebbene, vi trovarono più di mille volumi di edizioni rilegate, ordinatamente disposti e ben conservati.
«La cosa migliore da fare è gettarli fuori dalla finestra, fare un mucchio e darci fuoco in giardino. O al massimo, per evitare altre rogne con l'amministratore, mi aiutate poi a caricarli in macchina e li bruciamo in qualche prato.»
I due non volevano tirarsi indietro dal soccorrere l'amico (e la sorella che, seppur troppo magra e acida di carattere, esercitava facilmente un certo controllo mentale sui nerd) ma patteggiarono per fare quantomeno una cernita dei titoli prima di destinare i libri al rogo.

Il primo libro che Nicola prese dalla libreria e porse al compagno non era esattamente un libro, ma una scatola di cartone rossa con un drago dipinto sul coperchio.
«Questo è il primo gioco di ruolo stampato in Italia, la mitica scatola rossa di Dungeons & Dragons!
Come capo della setta satanica che ha fritto il cervello a Don Cy... ehm a Donato, dovrebbe finire dritto tra le fiamme.»
«Stai scherzando? Questo su eBay vale minimo minimo cento euro.»
«È vero.» Disse Pietro. «Per ora è meglio tenerlo. Vediamo quest'altro che gli sta accanto.»
«Advanced Dungeons & Dragons.» disse il barbiere aprendo la copertina. «È l'edizione della Ripa di Meano, la seconda edita in italiano, zeppa di refusi ed errori di traduzione. Non gode del prestigio della prima edizione. Apri pure la finestra che questo si fa un bel volo.»
«Questo che viene è Il manuale del giocatore della versione 3.0 e, per quanto mi pare, quelli che stanno su questi tre scaffali sono tutte le varie edizioni di D&D
«E bene,» replicò il maestro, «buttiamoli tutti in cortile, che pur di bruciare la quarta edizione darei fuoco anche a mio padre.»
«Amen fratello, tanto quelli della 3.5 li abbiamo già tutti.»
«Dai allora, sbrigatevi.» Incalzò la ragazza. E per non faticare lungo le scale li gettò dalla finestra.
«Che è quel volume?» Domandò Pietro.
«Rolemaster. Un regolamento ferruginoso e vecchio, l'unico dove potevi morire semplicemente inciampando. Utile per fare un test sull'aerodinamica dei libri in caduta libera.
E questo che gli viene dietro è Il richiamo di Cthulhu per il sistema d20.»
«Quello per il d20? Un aborto che non c'entra nulla con lo spirito dei Miti di Lovecraft. Giustizia è fatta.»
Il libro passò di mani in mani fino a quelle della sorella che lo defenestrò con gusto.
«Questo si chiama Rifts.» Disse il barbiere.
«Un vecchio gioco, non ha niente di particolare che lo salvi, mettilo con gli altri.»
«Oh, guarda: GIRSA! Il gioco di ruolo del Signore degli Anelli.»
«Potremmo risparmiarlo per amore di Tolkien, ma da quando è uscita la trilogia del Lo Hobbit di Peter Jackson ho imparato che non si può salvare un prodotto solo perché è ambientato nella Terra di Mezzo.»
Il barbiere prese un altro libro dalla copertina nera intitolato Sine Requie anno XIII.
«Questo lo conosco bene, fa' vedere che edizione è.» L'altro gli prese il tomo dalle mani e lo ispezionò con interesse.
«Dopo la quarta espansione gli autori si sono fatti prendere troppo dai trip allucinogeni da cibo del discount ma quando è uscito era veramente innovativo per il metodo di gioco e anche per come è scritto. 
Sarebbe un peccato buttarlo via, magari potresti custodire a casa tua i manuali di questa serie, basta non farlo sapere a Don.
Però ora sveltiamo la cernita altrimenti domani mattina saremo ancora qui.»
Il barbiere assentì pienamente, la padrona di casa colse l'occasione e pigliando otto libri in una volta li gettò fuori dalla finestra. Ma avendone presi troppi insieme ne lasciò scivolare uno che cadde sul piede del barbiere, al quale venne la curiosità di sapere quale fosse e lesse:
«Vapire: the Masquerade edizione del ventesimo anniversario.»
«Oh! Poffare di me!» Esclamò Pietro (in verità Pietro usò un'altra espressione un po' più volgare ma per nobilitare il blog userò questa citazione datata 1883). «Passa qui che se non costasse una cifra assurda me lo sarei già comprato io da un pezzo.
Donato diceva che non gli interessava, io ci ho giocato per anni con un'altra compagnia.
Avevo un personaggio gracilino ma specializzato nel dominio mentale. Spadroneggiavo sulla città finché non ho ordinato alla mia guardia del corpo di infilarsi la spada nel culo, letteralmente. Ho fatto un fallimento critico, quello l'ha presa male e mi ha mozzato la testa.»
«E perché hai ordinato una cosa simile alla tua guardia del corpo?»
«Ero un Malkavo.»
«Chiaro, non c'era da chiedere.»
«Va bene.» Si intromise la sorella. «Prendi pure questo ma datemi una mano a bruciare tutto il resto.»

Obbedirono alla patata come si conviene a dei veri nerd, finché non trovarono qualcosa di più importante della patata stessa.
«Aspetta, questi non sono manuali di gioco, sono libri di narrativa.» Saltò su Nicola.
«Questa è Letteratura.» Fece eco il maestro di scuola.
«Qui c'è l'opera omnia di Tolkien, dalle prime edizioni Rusconi a I figli di Hùrin. Sono libri di narrativa che non prevedono di impersonare nessun personaggio.»
«La cosa migliore da fare sarà comunque bruciarli.» Soggiunse la ragazza. «Non voglio che mio fratello, finito di fare giochi di ruolo, si metta a leggere questi libri e torni punto a capo, o peggio si convinca di fare lo scrittore che è un'altra malattia insanabile e contagiosa.»
«Effettivamente non le si può dare tutti i torti. Sarà meglio togliere al nostro amico questo pericolo di ricadere.
Siccome abbiamo iniziato da Tolkien direi che le opere postume possono essere bruciate. Le altre le terremo noi, insieme al Silmarillion naturalmente, che non è stato pubblicato in vita solo per il desiderio di perfezionarlo.»
«Questo che viene,» disse il barbiere, «sono Le cronache di Dragonlance annotate.»
«Custodiscilo come fosse uno dei Manoscritti del Mar Morto, che la versione annotata è introvabile. Ma ora vai avanti compare, che si sta facendo tardi.»
Con somma compiacenza il barbiere mise il libro da parte, poi proseguì la cernita annunciando La lama silente, L'ora di Wulfgar, e  Il mare delle spade.
«A questi serve un bel fuoco purificatore, e non domandatemene la ragione che non finirei mai più.» Sentenziò l'amico.
«Questi due piccolini si chiamano Litterarum Hibernus Agon I e II,» Continuò Nicola, «un'antologia di racconti.»
«Ah sì ho presente. Come in tutte le raccolte di autori vari ci sono alti e bassi, sono lavori amatoriali, ma non buttarli che uno delgi autori è mio amico.
E quel libro lì affianco che sembra antico?»
«Don Chisciotte, di Michele Cervantes.»
«Ah bhe, questa sì che è letteratura.»
«Ma è interessante da leggere?»
«Non lo so, non l'ho mai letto.»
«Che faccio, butto?»
«No, no, potrebbe essere una buona occasione per...» Ma la ragazza, stufa del tergiversare dei due, fu più lesta, prese l'antico tomo e lo gettò senza pietà dalla finestra.
«Questi no.» Dichiarò con fermezza Pietro ponendo un braccio a guardia della libreria.
«La trilogia de I nostri antenati non si tocca.»
«Mi avete rotto, non possiamo stare qui a leggere tutti i titoli.»
«Ma Calvino ha dato un grande contributo al fantastico puramente italiano. Ha coniugato l'esperienza dei racconti ottocenteschi direttamente con la letteratura cavalleresca...»
«Se volevo una recensione la chiedevo su Yahoo Answers, capito prof?!» La sorella di Don Cyshiter aveva alzato la voce.
Forse per questo o forse per caso, suo fratello si riebbe e lo si sentì chiamare dalla camera da letto.

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3 commenti:

  1. Mi commento da solo per raccontare che questo capitolo, uno dei più noiosi da leggere fin'ora, è stato forse il più divertente da scrivere.
    Mi potranno capire le blogger che fanno recensioni quanto sia stato divertente, per ogni commento, scegliere il libro corrispondente.
    Anche nel capolavoro di Cervantes c'è un capitolo che ricorda, guardacaso, questa vicenda. Forse i pochi che hanno letto tutti quei tomi di letteratura cavalleresca si saranno divertiti a leggerlo; io solo ora riesco ad apprezzarlo a pieno e a capire quanto deve essersela spassata l'autore.

    PS: naturalmente le opinioni dei personaggi non riflettono necessariamente quella dello scrittore...

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  2. Ho quasi tutti i manuali che vengono nominati (compresa la scatola rossa). Ne sono un po' inquietata...

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  3. Non ti inquietare, è solo uno dei sintomi della malattia di Don Cyshiter. Certo, può essere letale, ma penso che se fosse più diffusa il mondo sarebbe un posto migliore.

    I titoli citati sono quelli che sono riuscito a ricostruire, purtroppo ne sono andati persi molti altri da quella collezione. Ma non ti preoccupare, al tempo di questi fatti "La spada il cuore e lo zaffiro" non era ancora stato pubblicato :)
    Tu quali avresti cercato di salvare? Quali avresti sacrificato per dare un po' di sollievo (o vendetta?) ad una sorella preoccupata?

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