La spada, il cuore, lo zaffiro

Titolo: La Spada, il Cuore, lo Zaffiro
Autore: Antonella Mecenero
Editore: RiLL-Riflessi di Luce Lunare, distribuito da Wildboar
Pagine: 136
Costo: € 10,00
ISBN: 9788895186535

Questo che vado a mascherare come recensione, è in realtà un post di rosicamento, di profondo rosicamento.
C'è questa ragazza (dove "ragazza" è un termine aleatorio che varia col mio invecchiamento) che ho conosciuto tramite il suo blog Inchiostro fusa e draghi; una persona tranquillamente anormale con la quale, per una serie di eventi, ho instaurato un rapporto che sarebbe epistolare se lei avesse il mio stesso gusto per l'anacronismo. Sì, insomma, siamo amici su Facebook.
Chiacchierando di scrittura Tenar, la chiamerò col suo nick perché piacerebbe a Don Cyshiter, mi ha invogliato a partecipare ad un concorso per racconti fantastici, il Trofel RiLL, al quale lei aveva già partecipato con diverse storie, salendo più volte sul podio.
Avevo già letto alcuni racconti e un romanzo scritti da Tenar e li avevo reputati affini ai miei gusti e al mio livello. Sapendo che a lei era andata così bene mi sono fatto coraggio pensando di avere buone possibilità, pur trattandosi di un concorso molto prestigioso in questo settore specifico. Senza risparmiarmi ho inviato due racconti, uno dei quali lo reputo il migliore che io abbia scritto fin'ora.
Il risultato è stato che nessuno dei racconti ha vinto, né è arrivato fra i finalisti, né è stato selezionato fra quelli di possibile pubblicazione, né fra quelli passabili o degni di una qualche forma di attenzione.
Va be', è una delle prove che ogni scrittore deve mettere in conto quella di essere miseramente respinto, o peggio ignorato.
Posso superarla, con la convinzione che quello che ho scritto è un'opera stupenda e i giudici del concorso non capiscono un accidente.
Poi l'associazione di RiLL pubblica un'antologia monografica sui racconti di Tenar, così senza nemmeno un concorso, solo perché dicono che sia brava.
Posso superare anche questa, all'italiana, sapendo che deve sicuramente essere una raccomandata perché l'editoria in Italia è in mano a nepotisti. Ah, se solo avessi voglia di scrivere in Inglese, gli anglofoni sì che mi apprezzerebbero.
Poi lei, la sfacciata, mi manda una copia del libro, con dedica, una dedica proprio ispirata che manco Fabio Volo saprebbe fare di meglio: "Buona lettura", scrive.

Dopo aver fatto decantare un po' il libro sugli scaffali mi decido a prendere in mano questo concentrato di raccomandazione e buonismo. Sì perché non avevo ancora specificato che l'altro fattore che l'ha premiata è il buonismo politico. C'è un protagonista ricorrente gay, che siccome è gay allora è buono e bisogna premiarlo. Invece il mio racconto è stato scartato solo perché incita all'uso di droghe e alla deturpazione dei monumenti nazionali.

Dicevo che mi decido a leggere La Spada il Cuore e lo Zaffiro e a pagina undici già capisco che è un racconticello tratto pari pari da una partita di D&D, di una banalità che avevo letto solo nel romanzo de Le cronache della guerra di Lodoss; gongolo come un ripetente del liceo che vede il primo della classe prendere un'insufficienza. Finché arrivo intorno a pagina quindici.
Cambio di prospettiva, ribaltamento degli stereotipi, finale imprevisto.
Va bene, Tenar, ti sei giocata bene la prima storia, ma siamo nel 2018 e la rottura degli schemi è uno schema di per sé.
Il dramma è che da lì in avanti i racconti sono andati di bene in meglio: mi è piaciuta la caratterizzazione dei personaggi, la gestione del punto di vista, gli intrecci...
Tenar è anche una scrittrice di gialli e lo schema con rivelazione finale si sviluppa bene nella sua ambientazione fantasy del Leylared, che risulta un mondo pieno di intrighi e soprattutto credibile.
E poi c'è il protagonista gay, che è un figo pazzesco e non c'è nulla di buonista nel modo in cui viene trattata la sua omosessualità.
Nell'introduzione il curatore dell'antologia sostiene anzi che si lasci spazio alle ragioni dei suoi antagonisti, ecco io questo non l'ho visto molto. Ma la questione sessuale diventa una delle espressioni della diversità in senso lato, diventa una questione che riguarda ciascuno di noi, trattata col giusto rispetto e senza dimenticare di intrattenere il lettore.
Certo, c'è qualche eccezione. Ad esempio ho trovato molto stereotipati i personaggi del racconto Notte stellata, e personalmente il titolo dell'antologia non mi piace molto e mi sembra che rispecchi poco i racconti. Ma La spada, il cuore, lo zaffiro rimane veramente un bel libro, e se proprio devo rosicare sono contento che questo mi frutti almeno una buona lettura.

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